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Mostre personali 1970-72
Gesualdo ama la purezza formale e cromatica delle sue creature che si rivelano sotto forma di meste ragazze meridionali alle quali dà il posto dei giovani pastori che riposano all’ombra degli ulivi; non vuole che il loro candore si contamini al cospetto di un’aria pregna di progresso e di … fumo”. “Dirò dei tuoi dipinti, commenta suo fratello Franco in occasione di questa mostra, le tue figure che si struggono nella loro apparente serenità, i paesaggi estremamente tristi non solo calcano ed evidenziano la piaga dell’emigrazione, ma sono anche e soprattutto, cosa più importante, il frutto di una amara esperienza della vita. Quindi le figure che si adagiano su quei prati arsi dal sole in cerca di un riposo che mai avremo, in quei ritratti dove il volto sempre uguale sprigiona un dolore che non è solo tematica, i paesaggi, i vicoli deserti, le case, anch’esse deserte, sono principalmente stati d’animo di vuoto, di solitudine, di tristezza che spesso la vita impone “.
La solitudine è inseparabile dall’arte di Gesualdo. La si può percepire come uno stato d’animo personale dell’artista, ma la si può anche vivere, in un senso positivo, come reazione istintiva del siciliano che spesso vede il presente col rimpianto del passato.
L’arte per il popolo
Dopo queste apparizioni importanti nelle gallerie d’arte, che fanno conoscere l’artista e definire la sua personalità, Gesualdo si accorge, come mi dice egli stesso, che dipingere non gli basta. Vuole penetrare l’essenza delle cose, capire i motivi degli avvenimenti, scoprire il senso della condizione umana e della sua miseria.
Si forma un gruppo, senza nome, senza statuto o regolamenti, aperto a interventi, discussioni e azioni capaci di sostenere la ricerca di contenuti alternativi a una cultura che dà segni di stanchezza.
E’ la cultura dei cittadini, degli operai, della gente comune che si vuol tentare di elevare ai livelli dell’arte di cui si chiamano in causa la fotografia, il cinema, la pittura, il teatro.
Con Angelo Malaguarnera, Gesualdo organizza una mostra a Caltanissetta con lavori che riflettono lo spirito di questo rinnovamento. L’artista dice di scoprire le dimensioni dell’uomo . Nascono i vaccari, l’ambiente pastorale, non idillico ma reale, dove il tempo si è fermato e dove la civiltà urbana è sconosciuta. Nascono figure di movimento, di tormentata

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